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Monitoraggio delle migrazioni primaverili dei rapaci

Le considerazioni dell'ornitologo

Si sono concluse le sessioni di monitoraggio dei rapaci in migrazione, iniziate a marzo con il Biancone e proseguite a maggio con il Falco pecchiaiolo.

Nel mese di marzo, complice un'iniziale fase di maltempo a lungo perdurante tra la Spagna e la Francia, è stato davvero inusuale il ritardo riscontrato nella "normale" fenologia di migrazione pre-riproduttiva dei bianconi.

Luca Baghino l'ornitologo che dal 1984 si occupa del fenomeno della migrazione dei rapaci nel Parco del Beigua, ricorda che per diversi anni abbiamo assistito a consistenti anticipi di migrazione osservati con maggior frequenza e regolarità a partire dal 2010. Nella sessione del marzo 2022, al contrario, un ritardo di tale portata non si vedeva dal 1987, fatte però le dovute proporzioni tra l'entità del flusso di allora e quello attuale.

Il ritardo lungo questa primaria linea di migrazione è stato segnalato anche in altri siti italiani dove i bianconi vengono assiduamente seguiti a marzo, ma anche la verifica dei tempi di arrivo e occupazione dei territori di molte coppie appartenenti a nuclei nidificanti di biancone in diverse parti d'Italia, ben monitorati da anni, ha fatto registrare uno slittamento che va dai sette ai dieci giorni: ben pochi sono stati infatti gli adulti riproduttori rilevati nei luoghi di riproduzione nelle date di insediamento considerate abituali.

Trattandosi di un evento aleatorio, le attese fluttuazioni annuali dei risultati, in campo faunistico e non solo, sono soggette a varie fonti di variabilità da un anno all'altro: in buona parte sono determinate proprio dai vincoli della meteorologia. Le condizioni di tempo operanti a scala più vasta, anche a forte distanza dalla Liguria, modulano i ritmi e influiscono sul numero dei bianconi osservati in migrazione nell'area del Beigua; stavolta però è stato un caso eclatante. Sono nella quasi totalità individui adulti, destinati ad accasarsi per lo più, ma non esclusivamente, in Italia per la nidificazione, la fase della loro vita che li farà rimanere nel nostro Paese fino alla seconda metà di settembre: ma quest'anno la loro migrazione pre-riproduttiva si è spostata decisamente più avanti nel tempo.

Per quanto riguarda i Falchi pecchiaioli, invece, nel monitoraggio di maggio sono stati conteggatiati oltre 3200 esemplari, un valore di poco sotto alla media della sessione.  I risultati appaiano almeno in parte influenzati dalla situazione di alta pressione a lungo insistente sul Mediterraneo occidentale con condizioni che, su scala regionale e locale, possono favorire spostamenti su fronti più ampi e con rotte diffuse.

 
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