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Nel Parco del Beigua iniziative pilota di inclusione

Primi approcci alla montagna-terapia

Avvicinare tutti alla natura è una delle nostre missioni, anche se a volte può sembrare una sfida impossibile, perché vivere appieno la montagna richiede preparazione e abilità. Ma non ci arrendiamo, buttiamo il cuore oltre l'ostacolo e ci impegniamo in nuove sfide. È stato questo lo spirito con cui abbiamo affrontato le prime iniziative pilota di inclusione, che in questi mesi ci hanno aiutato a sviluppare nuove competenze e a porre le basi per una progettazione più articolata e complessa di attività che il Parco del Beigua intende realizzare in futuro.

Siamo partiti a gennaio con Federico, un adolescente con disturbi dello spettro autistico. In collaborazione con la sua famiglia e in coordinamento con l'educatore che lo segue abbiamo portato il Parco del Beigua a casa di Federico attraverso un ciclo di incontri on-line con le nostre Guide. La sua passione per gli animali è stato il punto di partenza per sviluppare un percorso di reciproca conoscenza, stimolare il coinvolgimento e la partecipazione per arrivare a trattare altri temi legati al Parco. Abbiamo lavorato insieme sulle filiere agroalimentari, collegandoci anche al percorso di studi di Federico, che attraverso le Guide del Parco è entrato in contatto con dimensioni reali come l'allevamento e la lavorazione del latte, con le quali non riesce ancora a confrontarsi direttamente. Ci siamo lasciati con la promessa di incontrarci un giorno sul Beigua per conoscerci di persona e condividere dal vivo le esperienze che in questi mesi abbiamo raccontato attraverso uno schermo.

Poi è arrivata Leila, una bambina con disabilità motoria oltre ad alcune patologie croniche che ne limitano la vita in comunità. Abbiamo progettato a Sassello una giornata da Beigua Junior Geoparker solo per lei, con un laboratorio dedicato alle tracce degli animali e una breve escursione nella Foresta della Deiva per trovare segni della loro presenza. Da lì a programmare un'escursione più impegnativa il passo è stato breve: insieme agli amici del CAI di Arenzano e utilizzando una joelette, speciale carrozzina modificata che consente il trasporto di persone con disabilità o ridotta mobilità, abbiamo accompagnato Leila e la sua famiglia in escursione da Pratorotondo al Rifugio Argentea, in luoghi normalmente inaccessibili a una carrozzina tradizionale. L'entusiasmo ci ha talmente caricato che abbiamo dato fondo alle nostre energie e proseguito fino al Faiallo, completando una traversata che sembrava impossibile e che era un grande sogno della bambina e della sua famiglia.

Sono state esperienze straordinarie, che ci hanno arricchito come persone e come professionisti dalla natura e ci hanno dato tanti spunti per lavorare su proposte di fruizione del Parco sempre più ampie e inclusive, nella direzione della montagna-terapia

 
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