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I rapaci notturni nel Parco del Beigua

XI Notte Europea della Civetta

Sabato 4 aprile in tutta Europa si è celebrata l'XI Notte Europea della Civetta, un evento di birdwatching notturno nato in Francia nel 1995 e che ogni due anni riunisce tanti appassionati. Anche nel Parco del Beigua mille occhi si aprono al calare della notte: sono quelli dei rapaci notturni e di altri abitanti del crepuscolo, che escono col buio in cerca di cibo. Civette e allocchi sono le specie più rappresentate, ma non mancano assioli, barbagianni, gufi reali.

La civetta è la specie più "diurna", la si può vedere in posatoi di caccia anche in pieno giorno, soprattutto durante il periodo di nidificazione. Si nutre principalmente di micromammiferi e di insetti, ama gli ambienti aperti e costruisce il nido in cavità di alberi, ruderi, pareti rocciose. Credenze popolari diffuse la indicano come  portatrice di sfortuna, ma nell'antichità era considerata sacra dalla dea della sapienza Atena, da cui il nome latino Athene noctua.

L'allocco (Strix aluco) appartiene invece ad ambienti boschivi, invisibile ai nostri occhi quando attraversiamo un bosco durante una passeggiata diurna, perfettamente mimetizzato grazie al piumaggio che imita il colore e i disegni della corteccia e all'immobilità che osserva durante il giorno. Di dimensioni maggiori rispetto alla civetta, si nutre di piccoli mammiferi non disdegnando insetti e lumache.

Il più piccolo invece è l'assiolo (Otus scops) che a differenza dell'allocco e della civetta, stanziali, è specie migratrice. E'  tipico delle regioni mediterranee e viste le dimensioni ridotte, le sue prede sono costituite principalmente da insetti. Non è raro in primavera, quando si passeggia la sera lungo i viali alberati cittadini, sentirne l'inconfondibile verso scaturire dall'interno degli alberi.

Il gigante dei rapaci notturni del Parco del Beigua è il gufo reale (Bubo bubo) con un'apertura alare che può arrivare fina a 180 cm. Frequenta pareti rocciose a strapiombo per cui, a meno di non trovarsi sotto ad una di queste falesie, sentirne il verso passeggiando di notte in un bosco è cosa rara.

Il barbagianni (Tyto alba) condivide con la civetta la fama di portatore di sventure e malesseri, considerato in passato un un essere maligno e un fantasmam a causa del colore prevalentemente bianco delle parti inferiori e del volo silenziato, peraltro tipico di tutti i rapaci notturni. In realtà è specie utile anche per l'uomo, perché si nutre principalmente di roditori e di talpe, contenendo numericamente le specie dannose per le coltivazioni.

I rapaci notturni sono dunque i protagonisti della notte del Parco grazie agli incredibili adattamenti sviluppati per orientarsi nel buio, trovare le prede e catturarle, andando a localizzarle a colpo sicuro anche sotto un letto di foglie o il manto nevoso, utilizzando un apparato uditivo davvero raffinato, senza possibilità di compiere errori, e grazie al volo perfettamente silenziato che li rende "inudibili" anche alle specie dall'udito più fine.

Non c'è bisogno di leggende per rendere unici e affascinanti i rapaci notturni. Basta provare a passeggiare in un bosco la notte, in silenzio, ed ascoltarne i versi.

 
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