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Il nuovo Piano integrato del Parco del Beigua

Strumento pienamente operativo dopo l'approvazione della Regione Liguria

Nel mese di maggio il Consiglio Regionale ha finalmente approvato i Piani Integrati dei Parchi regionali delle Alpi Liguri, Antola, Aveto e Beigua, completando così un percorso avviato nel 2013.

Lo strumento di pianificazione della nostra area protetta, dunque, si aggiorna rispetto alla precedente versione del 2001, adeguandosi alle nuove normative in materia di parchi e biodiversità e apportando importanti innovazioni. Il nuovo piano fornisce gli strumenti per regolare e tutelare l'area protetta e orientare le attività e le iniziative di sviluppo, nel rispetto dei valori ambientali tutelati dal parco, indirizzando gli attori locali verso uno sviluppo socio economico che sappia valorizzare fino in fondo la ricchezza ambientale, storica, paesaggistica e culturale del territorio.

In una concezione decisamente più moderna rispetto al passato, il Piano diventa uno "strumento contenitore" di pianificazione e programmazione, in cui le norme del Parco vero e proprio, regolato dalla legge di "Riordino delle aree protette" n. 12/1995 recentemente aggiornata con la legge regionale n. 3/2019, sono integrate con le esigenze di conservazione dei Siti della Rete 2000 di derivazione europea (Direttiva habitat 92/43/CEE).

La somma di questi ambiti costituisce il territorio protetto, un insieme unitario gestito dall'Ente Parco attraverso una serie di elaborati dai molteplici valori:

  • conoscitivo e descrittivo, per la lettura critica del contesto
  • interpretativo per la sintesi dei valori,
  • di indirizzo e di programmazione per le progettualità espresse
  • prescrittivo per i livelli di tutela espressi attraverso le norme vere e proprie.

Il Piano regola gli interventi e le attività che possono avere incidenza significativa sul territorio protetto, prendendo in esame gli ambienti fluviali e torrentizi e la difesa del suolo, gli interventi infrastrutturali e gli impianti di energie rinnovabili; disciplina la tutela di flora e fauna nonché le attività agro-silvo-pastorali, anche con indirizzi gestionali per specifici habitat forestali; infine regolamenta tutte le attività di fruizione, dalla circolazione con veicoli a motore e non, al sorvolo a bassa quota (< 450 metri) fino a tutte le attività ricreative e sportive, in particolare quelle praticate su pareti di roccia e torrenti.

È anche un Piano ricco di progetti: sono 69 le schede che compongono il Piano pluriennale di gestione e sviluppo socio-economico e riguardano interventi attivi di conservazione, valorizzazione e fruizione sostenibile su habitat e specie, azioni di monitoraggio e ricerca per migliorare gli obiettivi gestionali, incentivazioni di pratiche agricole, forestali e produttive nonché programmi didattici e di formazione. Questi progetti intendono sviluppare una progettualità territoriale più ampia di quella direttamente controllabile dall'Ente Parco e rappresentano il lievito con cui far crescere nel territorio una cultura della tutela e della valorizzazione.

Con un leggero incremento, il Parco ha confermato la sua superficie attestandosi sui 8723,18 ettari, così come sono state mantenute le fasce di protezione già individuate nel Piano del 2001, distinte in Riserve integrali - zone A, Riserve Generali orientate - zone B, Aree di protezione - zone C e Aree di sviluppo - zone D. Gli studi di approfondimento del piano hanno consentito di articolare meglio le norme delle singole zone in base alle caratteristiche naturalistico-ambientali (aree aperte o agricole, boschi o foreste, zone umide) o alle vocazioni funzionali (servizi o poli culturali), consentendo un maggiore dettaglio.

Il Piano è a questo punto pienamente operativo ed è consultabile sul sito del parco.

 
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