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La stagione delle migrazioni nel Beigua Geopark

Un fenomeno affascinante che riesce a coinvolgere non solo gli appassionati di birdwatching

Le migrazioni stagionali sono da sempre uno dei temi di punta del Parco del Beigua: grazie alla sua posizione privilegiata, che ne fa un corridoio preferenziale di transito per molte specie di migratori, da tempo è riconosciuto come luogo di elezione per gli appassionati di birdwatching.

Aspettando l'arrivo dei Bianconi, che dall'Africa stanno iniziando il lungo viaggio verso i siti di nidificazione in Europa, con un picco atteso intorno al 17 marzo, il tradizionale Biancone Day, stiamo assistendo in questi giorni ad un importante passaggio di stormi di gru, diventate a loro insaputa protagoniste di un primo esperimento di osservazione collettiva, lanciato sui social network del Parco.

#GruNelBeigua ha provato ad avvicinare a questo tema non solo gli appassionati, ma anche chi non aveva mai avuto occasione in precedenza di interessarsi al fenomeno. Certo la tipologia di specie scelta ha un indubbio fascino: la grossa dimensione, la chiassosità del richiamo, la particolarità delle forme geometriche assunte dallo stormo in migrazione, tutti elementi che contribuiscono a far notare con maggior facilità un fenomeno che negli ultimi anni sta assumendo sempre maggior rilevanza in termini numerici. Sono bastate poche indicazioni su come riconoscere la specie, accompagnate da puntuali messaggi di allerta, che segnalavano le partenze dalla vicina Francia o gli avvistamenti sulla rotta di avvicinamento al Beigua per innescare una serie di segnalazioni puntuali distribuite in più giorni, dal savonese al levante genovese.

Informazioni sulla localizzazione, la direzione del volo, l'orario di avvistamento, unite a video, foto e registrazioni audio che hanno fornito utili informazioni ai nostri ornitologi Luca Baghino e Alessandro Ghiggi per fare un primo bilancio dell'esperienza: nell'ultima settima di febbraio si è registrato un flusso migratorio dall'Europa occidentale verso nord-est che appare anticipato, probabilmente a causa della persistente alta pressione con tempo buono; in questo quadro meteorologico, l'effetto dei venti, sia come direzione sia come intensità, è determinante nel modulare il passaggio, rendendolo più o meno visibile e percepibile.  Buona parte della migrazione è stata segnalata, a seconda delle zone, tra il tardo pomeriggio e la serata: in particolare il 24 febbraio, ma anche nei giorni successivi, le gru, si stima diverse centinaia di individui, sono state per lo più rilevate ormai in condizioni di oscurità, grazie ai richiami emessi nei voli di spostamento.

La migrazione delle gru attraverso i nostri cieli continuerà fino alla prima decade del mese di marzo e poco oltre, sempre condizionato dal meteo del periodo, e con essa continuerà il nostro monitoraggio collettivo, per completare il quadro delle informazioni raccolte e magari cogliere l'arrivo dei primi rapaci.

 
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