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Pratorotondo – Passo del Faiallo (numeri verdi)

A piedi         
  • Partenza: loc. Pratorotondo (Cogoleto)
  • Tempo di percorrenza: 4 ore
  • Difficoltà: E - Escursionistico
  • Lunghezza: 8.8 km
  • Comuni interessati: Cogoleto
  • Tappa n.2 di La Via GeoAlpina
Panorama Argentea
Panorama Argentea
(foto di PR Beigua)
 

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Sosta n. 1 -  Casa della Miniera (1.078m)
La prima sosta è situata in prossimità della Casa della Miniera, ricovero che ospitava negli anni ’40 gli operai di una piccola miniera di ferro presto esaurita. Le peculiarità geologiche della zona sono legate agli imponenti affioramenti di serpentiniti, rocce metamorfiche derivate dal mantello terrestre durante l’orogenesi alpina. Si può osservare la spiccata asimmetria dei versanti rispetto allo spartiacque: il versante padano presenta pendii lievi e generalmente ricoperti da fitte foreste di faccio, mentre il versante tirrenico si presenta molto più ripido e profondamente inciso da brevi corsi d’acqua; scarso è o spessore dei suoli e scarsissima la vegetazione boschiva.
L’itinerario prosegue in piano verso est, passando vicino al blockfield di Pian del Fretto fino ad arrivare al Passo Resonau (1.050 m). Qui si abbandona l’Alta Via imboccando un sentiero (segnavia = rosso) che comincia a scendere. Questo tratto di sentiero si sviluppa, nella parte iniziale, in un fitto bosco di faggi e abeti fino a raggiungere la fonte Spinsu (935 m). Qui si abbandona il sentiero che scende verso Lerca imboccando un sentiero (A rossa in campo bianco) in direzione del Rifugio Cà de Leveasso.

Sosta n. 2 - Rifugio Cà de Leveasso, Vallone del Rio Lerca (903 m)
Questa sosta riveste una grande importanza paesaggistica. Sia verso ovest che verso est sono infatti osservabili gli imponenti contrafforti dei Monti Rama e Argentea che scendono ripidi da 1000 m fino praticamente al livello del mare. Dal punto di vista geomorfologico sono osservabili numerosi accumuli franosi formati da grossi blocchi serpentinitici dovuti alla naturale evoluzione dei ripidi versanti tirrenici. Strettamente connessa alla geologia è inoltre la flora presente nell’area, osservabile soprattutto nel periodo primaverile. Sono infatti presenti in quest’area esemplari di Viola bertolonii, Dafne odorosa e Asplenio del Serpentino, specie serpentinofile legate alla natura litologica di questo tratto di percorso.

Sosta n. 3 - Rifugio Argentea (1.072 m)
Da Cà de Leveasso si prosegue risalendo verso l’Alta Via dei Monti Liguri, raggiungendo velocemente il Rifugio Argentea, situato in prossimità dell’omonima vetta (1.082m). Nelle giornate invernali la posizione regala scorci che variano da gran parte delle alpi occidentali a nord ovest, alle Apuane verso est fino alla Corsica verso sud. Questo stop permette inoltre di osservare la complessa struttura geologica del versante Tirrenico e, più in particolare, la valle parallela al mare che si sviluppa dall’abitato di Sciarborasca ad ovest fino a quello di Arenzano ad est. Questa particolare forma è legata infatti ad una tettonica rigida distensiva che, a partire dal Pliocene, interessa l’intero margine tirrenico e porta allo sprofondamento del Golfo Ligure. Il collasso avviene con formazione di strutture rialzate, chiamate “horst”, ed altre ribassate, chiamate “graben”, parallele alla costa e facilmente osservabili da questo tratto di crinale.
Il percorso continua seguendo nuovamente il tracciato dell’Alta Via dei Monti Liguri lungo lo spartiacque tra una vegetazione bassa e affioramenti rocciosi, e dopo aver superato Rocca Vaccaria, giunge ad un’ampia area pianeggiante alle pendici del Monte Reixa. Da qui di abbandona il sentiero principale svoltando a sinistra e, dopo circa 20 minuti di cammino immersi nel fitto bosco di faggi, si giunge al Passo del Faiallo.

Sosta n. 4 - Passo del Faiallo (1.044 m)
L’area del Faiallo riveste una notevole importanza dal punto di vista del suo patrimonio mineralogico, in particolare per i granati. Questi minerali dal colore rosso bruno e dall’abito generalmente rombododecaedrico, sono facilmente osservabili nelle numerose lenti di rodingiti sparse in quest’area. I granati sono infatti comuni costituenti delle rodingiti e sono generalmente associati ad altri minerali come epidoto, titanite e diopside. Si segnala come all’interno di tutta l’area del Geoparco sia severamente vietata la raccolta di minerali e rocce.

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