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In merito all’ordine del giorno riguardante l’ingresso di Urbe nel Parco del Beigua

( Arenzano, 06 Settembre 2017 )

Sull’ordine del giorno presentato dal Consigliere regionale Angelo Vaccarezza, in quanto Presidente del Parco del Beigua vorrei precisare alcuni aspetti.

Il primo è che i proprietari di Urbe non avranno ulteriori vincoli, se non il divieto di caccia, sui loro terreni. In quanto la zona individuata dal Consiglio Comunale di Urbe ricade già in una Zona a Protezione Speciale e in un Sito di Importanza Comunitaria, in cui vincoli e confini non sono stati decisi dal Parco, ma dalla Regione agli inizi degli anni 2000. Per i proprietari, quindi non cambierebbe nulla rispetto ad oggi. Cambierebbe solo per lo svolgimento dell’attività venatoria.

La seconda questione, invece, riguarda le attività del Parco. Siamo il primo Parco della Regione Liguria che ha sviluppato un marchio di prodotto per promuovere i nostri prodotti in maniera unitaria. Abbiamo sviluppato un protocollo d’intesa sul turismo con tutti i Comuni del Parco e quelli limitrofi e per il primo anno siamo riusciti a fare un calendario annuale delle manifestazioni. Gestiamo sei centri visite (Sassello, Tiglieto, Varazze, Arenzano, Pratorotondo e Masone) che in molti casi funzionano anche da uffici IAT che i Comuni, dopo che le Province non li gestiscono più, avrebbero difficoltà a mantenere. Facciamo la manutenzione su oltre 400 km di sentieri inseriti nella rete escursionistica ligure che, senza la presenza del Parco, difficilmente sarebbero manutenuti. Dal 2015 siamo diventati il terzo sito UNESCO della Liguria.

Con gli Ambiti Territoriali di Caccia Genova 1 e Savona 1 abbiamo instaurato una proficua collaborazione, sia per quello che riguarda il pastore elettrico da fornire alle aziende agricole (12 sono state fornite dal Parco), sia per quello che riguarda i ripopolamenti della pernice. In un recente progetto LIFE (che è in attesa di approvazione) abbiamo inserito anche un’azione che riguarda la costituzione di un gregge del Parco, affinché il Parco possa avere un gregge per poter risarcire in capi le predazioni del lupo. Per scelta, siamo l’unico Parco regionale ligure senza aree contigue, perché riteniamo che non sia utile andare a gestire il territorio al di fuori dei nostri confini.

Abbiamo fatto i piani di assestamento e la certificazione forestale sulla foresta della Deiva e presto metteremo a bando i tagli di miglioramento (utilizzando il D.Lgs. 228/2001 per poterci rivolgere alle imprese agricole locali). I permessi legati alla valutazione d’incidenza (che riguardano SIC e ZPS, cioè aree che ha individuato la Regione agli inizi degli anni 2000) sono rilasciati in una media di 10 giorni (inoltre di 23 pratiche pervenute nel 2016, 14 hanno fatto solo la prevalutazione, una sorta di autocertificazione).

Il nostro piano, in via di approvazione in Regione, sui piani di gestione di SIC e ZPS pone sempre una clausola per motivi di pubblica incolumità, affinché un Sindaco che deve pulire un rio per tutelare i propri cittadini non debba trovarsi in contrapposizione al Parco.

Sulla questione di Urbe, non è il Parco che ha cercato Urbe, ma il Comune di Urbe che ha espresso la volontà di entrare nel Parco con una sua porzione di territorio. È evidente che se un Comune bussa alla nostra porta non può che farci piacere, ma deve essere una decisione che coinvolga tutta la comunità.

Posso capire che nel sentire comune il Parco è visto come un vincolo, perché la sua funzione è quella di tutelare l’ambiente, ma al Parco del Beigua partiamo dal presupposto che se gestiamo un territorio di elevata qualità, lo dobbiamo all’Uomo che ha “coltivato” per secoli questi territori.

Daniele Buschiazzo, Presidente del Parco del Beigua

 
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